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Antonio Lazzari

Antonio Lazzari (1905-1979) fu tra i fondatori del Gruppo Speleologico Salentino e assiduo sostenitore del Museo di Maglie.

Studioso e ricercatore, docente universitario, protagonista dei primi passi della ricerca petrolifera in Italia e nei Balcani, fin da giovane collaborò con Paolo Emilio Stasi, e successivamente con Blanc nei scavi di Grotta Romanelli, stringendo amicizia con Decio De Lorentiis.

Negli anni dal 1938 al 1944, in Albania e in Grecia, approfondì la conoscenza dei fenomeni geologici a scala regionale e dello sfruttamento degli idrocarburi. Al rientro in Italia lavorò in Sicilia, individuando i giacimenti di metano nella piana di Catania (1948-53) e intuendo la presenza del petrolio nell’Alta Valle dell’Agri (1956-57).

Ogni qualvolta rientrava nel Salento ne perlustrava il territorio con gli occhi attenti del ricercatore. E' con lui che nel Salento la disciplina speleologica trova un primo fondamentale rigore scientifico: ancora studente universitario pubblicò i primi lavori sulla paleontologia e su gli aspetti speleologici del territorio; non a caso la sua seconda Tesi di Laurea, nel 1939, in Scienze Naturali riguardò le Osservazioni geologiche e paleontologiche sul Tallone d'Italia, né vanno dimenticati i suoi contributi successivi, come ad esempio lo studio dei foraminiferi del Calabriano di Nardò o le note speleologiche sull'inghiottitoio di Vitigliano.

Foto tratta da Antonio Lazzari e la Terra Madre, Napoli, 2005

 

Sostenne tenacemente Decio de Lorentiis nella ricerca sulle ventarole salentine e sulle cavità carsiche del Salento, da cui recuperò diversi reperti paleontologici confluiti poi nel Museo di Maglie. E insieme fondarono nel 1955 il Gruppo Speleologico Salentino, di cui assunsero entrambi la Direzione scientifica.

Nel 1958 pubblicò uno studio geologico su Grotta Zinzulusa, ancora oggi fondamentale. Ed era lui alla guida del piccolo gruppo che recuperò nel 1963 i vasi deposti nel laghetto de La Conca circa 5000 anni orsono ed ora esposti nel Museo. Svolse anche indagini in Grotta Romanelli, dove individuò la presenza di ceneri vulcaniche stratificate, consegnandone un piccolo campione anche al Museo e pubblicando un contributo su un frammento di mandibola umana rinvenuto in grotta; effettuò un saggio di scavo in Grotta delle Striare e partecipò alle campagne di scavo dei Blanc nelle grotte di Santa Maria di Leuca.

Nel 1962 grazie al suo ruolo di Docente e Ricercatore, il Gruppo Speleologico Salentino, a cui sempre rimase legato, fu eletto ad Ente morale dello Stato per meriti scientifici.

Morì a Napoli nel 1979.

 

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