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La civiltà neolitica

 

 

All'indomani dell'ultima grande glaciazione pleistocenica, tra la fine del VII e gli inizi del III millennio, si sviluppò in Europa il Neolitico in un periodo climatico tuttora in corso, l'Olocene, caratterizzato da un progressivo innalzamento delle temperature che ne favorì la diffusione.

Prendendo avvio nelle regioni della cosiddetta Mezzaluna fertile nel Vicino e Medio Oriente, grazie all’introduzione di un’economia produttiva basata sull’agricoltura e l’allevamento, il Neolitico fu un periodo di radicali e irreversibili cambiamenti in tutti gli aspetti della vita dell’Uomo, caratterizzato da nuovi modelli di vita, basati sul diretto intervento di modifica degli ambienti naturali e sulla sedentarietà di dimore stabili, che soppiantano il nomadismo e il naturale equilibrio con l'ambiente che aveva contraddistinto l'Uomo paleolitico.

Piccoli gruppi in possesso di questa straordinaria "cultura", lasciandosi alle spalle disboscamenti e incendi per far posto a campi coltivati e ai prati per il bestiame, avanzarono verso Occidente e giunsero nel Salento, attraverso il ponte offerto dalle Isole Ionie e da "scogli" non ancora sommersi, su primitive imbarcazioni cariche di semenze, riposte in rivoluzionari contenitori di ceramica, e dei primi animali addomesticati: buoi, maiali, capre e pecore.

 

Fu così che verso la fine del VII millennio nacquero sulla costa i primi villaggi a piccole capanne di forma irregolarmente circolare, sostenute da pali e con grandi focolari esterni, che ben presto si diffusero verso l'interno e verso altre regioni dell'Italia meridionale. Questi nuovi villaggi, cinti da fossati o da muri di recinzione, solitamente situati in prossimità di corsi d’acqua, necessari alla sopravvivenza della nuova economia, erano collocati anche non lontano da depositi naturali di argilla, per la fabbricazione dei vasi. In essi la tipologia delle abitazioni comincia ad evolversi, in Puglia e nel materano sono oggi documentate case rettangolari a pavimento lastricato.

 

 

Accanto agli strumenti in selce, compaiono ora strumenti direttamente collegati con la nuova economia come le macine e le taglienti lame e lamette in ossidiana, un vetro vulcanico frutto delle prime forme di un commercio a lunga distanza, con sedi di provenienza nelle Eolie e in Grecia. 
Accanto ad asce, accette e picconi in pietra levigata, divengono sempre più frequenti anche gli oggetti in osso come le spatole e i punteruoli, collegati anche alla produzione ceramica che comprende diversi oggetti quotidiani, come piccoli forni, fuseruole da telaio, grani e pendenti di collana, oltre ovviamente alla classe predominante di questa innovativa produzione: i vasi.

 

Proprio sull'evoluzione delle forme ceramiche e i diversi stili delle sue decorazioni, il Neolitico è stato suddiviso in tre periodi: il Neolitico antico, dalla fine del VII millennio alla fine VI millennio a.C., caratterizzato da poche forme vascolari, a struttura elementare, decorate a impressioni disordinate: orizzonte della ceramica impressa, a cui si affianca negli ultimi secoli del VI millennio la ceramica graffita e le prime manifestazioni delle ceramiche dipinte; il Neolitico medio, V-IV millennio, in cui si diffonde, accanto a prodotti più raffinati della ceramica impressa e graffita, anche la ceramica dipinta, orizzonte della ceramica a bande rosse e successivamente della ceramica tricromica nello stile di Serra d'Alto; ed infine il Neolitico finale, fine IV-inizi III millennio a.C., dominato dalla ceramica inadorna dell'orizzonte della ceramica Diana-Bellavista.

 

Nel corso di questi periodi, la vita si sviluppa intorno ai nuclei abitativi, evolvendo e complicando il mondo religioso e le organizzazioni sociali dei gruppi sedentari. I nuclei acefali o egalitari, cioè a composizione sociale di uguaglianza, spesso caratterizzata da parentela, e priva di un capo stabile, si evolvono in etnie tribali segmentali più complesse e organizzate, che già nel corso del Neolitico medio sono distribuite su ampi territori dell'italia meridionale. In esse il ruolo sociale di alcuni personaggi predomina, senza tuttavia ancora assumere alcun significato ereditario o di casta dominante, rispetto al resto della comunità, mentre il ruolo degli sciamani diviene sempre più evidente, tanto che, in rarissimi casi, potrebbe essere identificato nelle primissime forme di una "casta sacerdotale"; d'altronde, è tra la fine del Neolitico e l'inizio dell'età dei Metalli che bisogna ricercare il delinearsi delle prime forme di società a chiefdom che si andrà affermando soprattutto dalla seconda metà del III millennio a.C.

 

Per approfondire:

D. Cocchi Genick, Manuale di Preistoria. II. Neolitico, Firenze, 1993.

J. Guillaine, G. Cremonesi (a cura di), Torre Sabea. Un établissement du Néolithique ancien en Salento, Coll. École Française Rome, 2003.
M. A. Orlando, L'Alca. Città di Maglie. Guida al Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia, ed. Amministrazione comunale, Maglie, 2003.

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