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Riflessioni intorno all'Alternanza ScuolaLavoro

I Musei vivono, o comunque dovrebbero farlo, costantemente in uno stato di apprendimento: ascoltano, recepiscono, coinvolgono, sperimentano, consapevoli che la loro "crescita formativa" è step indispensabile per la proposizione di un'offerta coinvolgente ed efficace.  Offerta che deve essere costruita, mirata e realizzata, prioritariamente, verso le proprie comunità in un assiduo percorso di consapevolezza identitaria, attraverso un reale, continuo, sinergico dialogo con il proprio territorio. 

La Scuola diviene, perciò, protagonista principale, poiché offre un potenziale inestimabile di "confronto-riflessione" e di investimenti nella crescita socio-culturale dell'intera collettività che non possono essere visti se non in un programma di ampio respiro.

E in tal modo che il Museo diviene non più semplicemente luogo di visita, non più tappa inevitabile delle uscite scolastiche, ma strumento costante ed efficace nella crescita delle nuove generazioni e nello sviluppo autonomo di una coscienza critica.

I progetti di alternanza scuola/lavoro sono, da quest'ultimo anno scolastico appena trascorso, occasioni ghiottissime per quei Musei in cui la didattica non è vissuta come un sinonimo di visita guidata. E quelli, come il Museo di Maglie, che ne hanno iniziato la sperimentazione ben prima che fosse varata la nuova Legge sulla Scuola, hanno già costruito importanti basi di riflessione, affinchè questo nuovo percorso sia linfa vitale di crescita comune e sinergica, per una scuola sempre più orientata verso il mondo del lavoro e attenta a coinvolgere in modo continuo e duraturo quelle dinamiche socio-territoriali in grado di contribuire ad una crescita armonica dei propri allievi, ma, d'altro canto, anche per gli istituti culturali, chiamati a spendere in primo luogo le loro più preziose energie verso le comunità e le diverse realtà sociali dei territori in cui sono immersi.

Alternanza ScuolaLavoro in sperimentazione 2014-2016 (Liceo Capece).
La comunicazione social di un Museo

E' la scuola il primo attore co-protagonista in questa crescita dei Musei. Non i turisti. Neanche se si stesse parlando degli Uffizi di Firenze o dei Capitolini di Roma.

Occorre, perciò, un duplice impegno da parte dei Musei: da un lato proiettarsi nel futuro, studiando nuove dinamiche di coinvolgimento e di offerta non solo dei propri contenuti disciplinari ed ostensori, ma anche delle proprie buone pratiche lavorative, delle proprie strategie gestionali, comunicazionali e partecipative; aprendosi alle idee (spesso geniali) delle nuove generazioni, ai loro modi di comunicare e ritrovarsi, ai loro modi e ai loro spazi per il tempo libero, alle loro aspettative e alle loro predilizioni; ma dall'altro, signori, per poter fare ciò, occorre che i Musei recuperino, e la Scuola ritorni a pretendere, l'idea di una seria formazione professionale e stabilità lavorativa dello staff museale, fondamenta imprescindibili per un programma condiviso in cui recepire gli stimoli che le nuove generazioni ci prospettano, le esigenze dei vari indirizzi scolari/culturali e saperli rimodulare in efficaci strumenti di comunicazione delle proprie specifiche offerte educative. Perchè educatori museali non ci si improvvisa da un giorno all'altro.

 

Alternanza ScuolaLavoro 2016 - scatti "bizzarri" per studi grafici sulla comunicazione.

L'Alternanza ScuolaLavoro è uno di questi nuovi strumenti oggi proposto ai Musei (ma anche ad altre tipologie di istituto culturale); efficacissimo, a mio parere,  se saputo utilizzare, per una crescita partecipativa nel proprio ruolo di mediatore culturale. Da migliorare, certo; ed è su ciò che occorre, principalmente, rimboccarsi le maniche.

 

 

 

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